Di propaganda russa e condizionatori

Di propaganda russa e condizionatori

Il governo dei migliori. Espressione ambigua, forse per la duplice accezione che lascia spazio ad un vasto spettro di possibili risvolti politici e ideologici, spesso tutto fuorché concilianti. Non a caso, agli estremi di questo immenso concatenarsi di variabili, ci sono due strutture istituzionali diametralmente opposte: da un lato, una direzione condotta dai migliori. Persone competenti, formate, consapevoli e profondamente orientate al benessere collettivo, che impiegano le loro potenzialità a favore di un progresso sociale ed economico che travolga ogni frangente, ogni classe, ogni individuo. D’altro canto, l’aristocrazia è, per definizione, il governo dei migliori (dal greco άριστος, migliore, e κράτος, comando). Un’impostazione amministrativa dello Stato che nulla può spartire con la volontà popolare, con le necessità e le inclinazioni di chi, di fatto, dovrebbe detenere il maggior potere all’interno di un ipotetico sistema democratico (dal greco antico: δῆμος, popolo, e eκράτος, potere). 

In quale governo dei migliori si identifica il Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Draghi, determinato ad incentivare il conflitto armato nonostante l’opinione espressa dalla popolazione?

(Via: Emg)

Dalla cima della sua alta politica, il leader del governo dei migliori – inteso nella seconda accezione, sia chiaro – si è mostrato benevolente nei confronti del suo popolo, facendoci la cortesia di spiegare la complessa questione energetica che il nostro paese, come il resto d’Europa, deve affrontare per dimostrare di non favorire alcun rapporto commerciale con l’invasore russo.

Nella conferenza stampa del 7 Aprile, Draghi ha avuto l’accortezza di farci notare, con l’usuale atteggiamento paternalista, che no, pacifismo e condizionatore acceso non possono coesistere. O, almeno, non nelle sue retoriche da portavoce dell’avanguardismo bellico italiano, che trascura desideri e occorrenze civili in virtù di una propaganda guerrafondaia manovrata dagli interessi borghesi di coloro che sentenziano sul presunto filoputinismo di chi accende il condizionatore, senza sprecar fiato sullo sperpero energetico previsto dal DCPM del 14 Gennaio 2022, che sancisce la costruzione di una base militare di 400mila m² all’interno del parco naturale protetto di San Rossore, Migliarino e Massaciuccoli (Toscana). 

Oltre ad una pista di atterraggio per elicotteri, due poligoni di tiro, caserme, centri di addestramento, laboratori, magazzini, palestre, uffici, piscine, officine, un’infermeria, una mensa, diciotto villette a schiera e perfino un autolavaggio.

Ovviamente, con i soldi del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza, fondo distribuito dalla Commissione Europea per favorire la ripresa economica post-pandemia. Ad aggiungere il danno alla beffa, trattandosi di una struttura destinata alla difesa nazionale, il presidente del parco è privo del diritto di replica o veto. 

Insomma, se Thomas Cavagna accende il climatizzatore, sta dichiarando ad alta voce il suo consenso all’impeto imperialcolonialista russo. Ma se a premere il tasto on è un soldato, gloria ai reggimenti armati!

Nessuna parola spesa nemmeno sulle difficoltà a cui andranno incontro gli apparati produttivi e i relativi addetti, visto il contraccolpo che subirà l’industria italiana. I 15mld di m³ di gas che gli Stati Uniti hanno venduto all’Europa (circa il 10% del gas fornito dalla Russia), sommati ai 2mld dall’Algeria, saranno sufficienti per soddisfare il fabbisogno energetico dell’Italia? 

(Via: Termometro Politico)

Per scongiurare l’eventualità di un collasso produttivo, il nostro prodigo governo dei migliori ha stravolto il paradigma “O la pace o il condizionatore“, scegliendo di rifarsi ad un “O la pace o giustizia per Giulio Regeni“. Quatti quatti, infatti, hanno firmato un accordo con l’Egitto per un totale di 3mld di m³ di gas annuali, scegliendo deliberatamente di chiudere un’occhio sulla violazione dei sacrosanti diritti umani, civili e sociali a cui il governo egiziano si dedica giorno dopo giorno. Dopotutto, il popolo d’Egitto, non essendo europeo o statunitense, non è meritevole della nostra attenzione, tantomeno del nostro supporto. 

Accantonato dai discorsi ufficiali anche il legame che intercorre tra le nostre istituzioni e la propaganda russa.

Come portato alla luce dal giornalista Simone Fontana per conto di Facta, il Parlamento italiano è intricato in una fitta rete informale di diffusione di informazioni false e tendenziose, che la Russia sfrutta per sparare piombo disinformativo sugli italiani. Fulcro dell’attività propagandistica, come spesso accade, i canali social.

Tra questi, spicca Facebook, in cui ben cinque gruppi detengono il monopolio della celebrazione putiniana, grazie anche allo scambio di materiale fotografico volto a presentare Vladimir Putin come la massima rappresentazione di valori propri delle realtà relegate dai sistemi borghesi nella periferia degli interessi nazionali. Accedendo ad uno di questi, è facile imbattersi in foto di vita quotidiana del presidente russo, alternate con informazioni fuorvianti sulla guerra in Ucraina.

Dal negazionismo sui fatti Bucha alla teoria complottista del Grande Reset, fino al ricorrente antisemitismo che, ripercorrendo la strada intrapresa dai Protocolli dei Savi di Sion, vuole Soros come crudele aspirante alla sottimissione globale sotto il suo controllo direttivo.

L’amministrazione di due di questi gruppi è affidata alla redazione di Russia News, contraddistinta proprio dalla pubblicazione di fake news sull’Ucraina. Il direttore della testata, Gianfranco Vestuto, ha ricoperto il ruolo di segretario federale della Lega Sud Ausonia e rientrava tra i candidati alle Europee del 2013 per conto di Lega Nord. Da febbraio, presenzia ai dibattiti dei talk show politici in onda su La7, in mano all’imprenditore Urbano Cairo del gruppo Cairo Communication e, da sempre, fido protetto di Silvio Berlusconi. Ci si può imbattere in Vestuto anche su Rete4, acquisita da Fininvest nell’84 e da allora gestita da Mediaset – sempre di Berlusconi si parla, quindi.

Esempio di fake news diffusa da Russia News.

Tra presenza televisiva e spam di articoli in gruppi Facebook che contano migliaia e migliaia di iscritti, Russia News sta registrando una visibilità tale da attirare le attenzione del Cremlino, che il 6 aprile si è ricongiunto con il corrispettivo nucleo di propaganda italiano inviando nel nostro paese una troupe della tv di Stato russa, Russia Today.

Al termine di questa densa rete di relazioni e interessi internazionali, troviamo nientepopodimeno che il Parlamento italiano. L’organizzatrice dell’incontro, Yulia Bazarova, infatti, è segretaria generale dell’Associazione Amici della Grande Russia – da notare la terminologia aulica che sembra rimandare all’impero zarista. Lobby che, dal 2020, è regolarmente accreditata nel nostro parlamento, terreno ideale per la divulgazione faziosa spacciata per promozione dell’interscambio socio economico tra Italia e Russia, rappresentanza degli interessi della comunità Russa in Italia e promozione degli accordi economico-commerciali tra i due Paesi.

In quanto cittadini di una, almeno teorica, democrazia in cui diritto alla giusta informazione non dovrebbe venir ostacolato dagli interessi borghesi della classe dirigente, ci chiediamo: è putiniano chi accende il condizionatore, oppure chi lucra sull’invio di armamenti per assecondare l’istinto bellico statunitense? È putiniano chi paga il prezzo di sanzioni imposte acriticamente, oppure chi strizza l’occhio alla propaganda filorussa? Chi è più putiniano, i pacifisti o chi, dopo aver coltivato stretti rapporti amicali e commerciali con Putin, vorrebbe scaricare il giogo delle responsabilità su un demos a cui è stato tolto il diritto di esercitare il proprio potere? 

Forse, caro Mario, è giunto il momento di soppesare al meglio le tue parole e volgere il tuo sguardo giudicante, ora ben orientato su chi pesti sotto i tuoi stivali, verso il tuo stesso riflesso e l’immagine di coloro che ti siedono dinanzi.



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Pubblicato da Thomas Cavagna

Classe 2003. Diplomato al Liceo delle Scienze Umane e immatricolato alla Facoltà di Storia dell'Alma Mater di Bologna, appassionato di scienze umane e sociali, politica e attualità. Vena polemica stridente con il carattere mite, amante della lettura e assiduo ascoltatore del Barbero Podcast. Attivista nelle piazze e sulle piattaforme social.

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